Insonnia e cervello
Sebbene l’insonnia sia molto comune (nel mondo colpisce ben 770 milioni di persone), la causa alla base rimane poco chiara. Un team internazionale di ricerca coordinato dagli scienziati della Vrije Universiteit di Amsterdam, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Genetics, è riuscito per la prima volta a identificare i meccanismi neurobiologici e le aree cerebrali che sono coinvolti in tale fenomeno.
Innanzitutto, quando si parla di insonnia, non si intende una notte passata in bianco per qualche tipo di ansia, un brutto pensiero o un impegno importante. L’insonnia è un disturbo frequente e persistente in cui gli individui affetti hanno spesso difficoltà ad addormentarsi, si svegliano frequentemente o fanno fatica a riaddormentarsi, anche in assenza di ostacoli che impediscano il sonno. Se i disturbi si protraggono per qualche mese, l’insonnia può essere definita cronica.
Per capire i meccanismi cerebrali alla base, i ricercatori hanno raccolto informazioni sui ritmi sonno-veglia di 1,3 milioni di persone, utilizzando le banche dati “Biobank” e “23andMe“. Analizzando la grande quantità di informazioni, sono stati in grado di identificare con precisione 956 geni le cui varianti possono portare a un rischio maggiore di insonnia. Successivamente, hanno esaminato in dettaglio quali processi biologici, tipi di cellule e regioni del cervello utilizzino questi geni. Si è scoperto che alcuni di quest’ultimi svolgono ruoli importanti nel permettere lo scambio di informazioni tra le cellule nervose.
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